giovedì 29 ottobre 2009

In questo mondo di eroi temporanei e di perdenti rassegnati, con il destino comune di diventare cenere, io decido di andarmene alle giostre.

Cosa si guadagna a viaggiare così, qual è lo scopo, dov'è il fine, e quali obiettivi raggiungiamo?
In un mondo dove ogni azione è fatta per ricevere un risultato, dove ogni parola è detta per raggiungere un fine, e dove ogni spostamento è fatto per raggiungere una meta, il mio viaggio è fuori luogo.
In effetti io non ci guadagno niente, non ci sono scopi, nessun obiettivo e nessuna meta.
Tutto è fatto per la gioia di farlo: lo spostamento, il viaggio è fine a se stesso.
E' un po' come montare sulle montagne russe. Il divertimento non è arrivare da qualche parte, perchè poi quando si arriva in realtà il divertimento è finito.

giovedì 22 ottobre 2009

Visto

In questi giorni sono andato a trovare l'amico Leonardo che abita a Roma, ne ho approfittato per richiedere il visto indiano: 3 mesi ed ingresso singolo. A metà dicembre dato che lui sarà in Tailandia, lo raggiungerò là, e poi da li proseguiremo insieme verso il Vietnam. Successivamente ritornerò in India con un nuovo visto che nel frattempo richiederò all'ambasciata indiana di Bangkok.
Tutta questa burocrazia è assurda, ma per fortuna c'è sempre un modo per aggirare gli ostacoli, e così con la scusa di rinnovare il visto, potrò felicemente perdermi tra le foreste e le risaie laotiane e vietnamite...

domenica 4 ottobre 2009

La metamorfosi

Ancora un mese e poi la metamorfosi è avvenuta.
E' questa "terra" di mezzo il periodo più difficile ed ingestibile. Perchè non sono completamente più qui, ma non sono nemmeno la. Sono da qualche parte nel mezzo, senza punti fissi. Vorrei partire subito e non pensarci più, ma il tempo ha il suo percorso, che giorno dopo giorno mi logora sempre più.
E' come quando il baco si trasforma in farfalla, credo che la fase di trasformazione sia qualcosa davvero di insolito, la potrei descrivere semplicemente come l'emozione del primo giorno di scuola,
o il primo appuntamento galante, o qualcosa del genere che ti fa sentire con le spalle al muro.

E credo che l'esperienza conti, ma ogni volta mi ritrovo sempre la solita emozione da gestire. Cerco di distaccarmi da questo lavorio incessante della mente, osservando la mia massa informe che si trasforma in farfalla (o magari la farfalla che per qualche oscuro motivo diventa una massa informe), ma non posso dire di riuscire ad avere il controllo, e così accetto i miei limiti che anch'essi fanno parte di me, ed è nel saper accettare questi limiti forse il risultato della mia piccola crescita...

giovedì 13 agosto 2009

I CHING - Esagramma 56 - Il viandante

A un viandante non si addice essere rude e avere tropper pretese. Non si possiede un'ampia cerchia di conoscenze, perciò non bisogna darsi arie. Bisogna invece essere cauti e modesti per proteggersi dal male. Se si è premurosi verso gli altri si ottengono successi. Il viandante non ha fissa dimora, la sua patria è la strada, la foresta, il deserto. Perciò deve curarsi di essere interiormente retto e saldo, di trattenersi solo in luoghi convenienti e di frequentare solo persone buone. Allora egli ha salute e può camminare indisturbato per la sua strada.